La libertà che viene da dentro

In questi giorni sono felice. Scelgo di esserlo. Accolgo le disavventure personali e quelle che ci accomunano tutti, non facendo altro che focalizzarmi sugli altrettanti eventi meravigliosi che attraggo e ringraziando tutto ciò che ho.
Qui a Vaie è iniziato il freddo e il mio primo inverno. Il sole lo rivedremo a febbraio. Mi sono creata la mia “mappa del sole” dove in ogni fascia oraria della giornata so dove posso fare carico di vitamina D, tempo permettendo: al mattino presto fino alle 11 circa camminando per la via principale del paese verso la statale (ossia il centro valle) si può superare quasi scavalcandola, la definita linea d’ombra, che esattamente a partire dalla bialera divide un pezzettino di paese illuminato dal restante che giace ai piedi della montagna. Fa impressione, ma quel tipo di impressione suggestiva. Si arriva così al piazzale del Mercato’, ottimo parcheggio del supermercato dove fare sgelare la macchina, godendo di una vista invidiabile sull’arco alpino. Per quasi tutto novembre ho camminato ben imbacuccata per i boschi, salendo per raggiungere il chiosco del Cresto dove x tre ore circa dalle 11 alle 14 si poteva godere ancora del caldo sole, pranzando all’aperto anche lì con panorama da cartolina! Nel pomeriggio invece l’unico modo era attraversare la statale e raggiungere uno dei comuni dirimpettai.
La neve poi ha fatto capolino. Io non ho mai amato la neve in generale perché in città è un gran disagio per raggiungere il lavoro e degli sport invernali non ho mai avuto simpatia. Qui “la fioca” ha avuto finalmente un senso. Ha dato da bere a questa povera terra assetata e mi ha fatto vivere in prima persona l’esperienza del silenzio ovattato che solo la coltre nevosa sa regalare. È un evento davvero intenso e ti entra nelle viscere, da gestire. Se non si fa resistenza e ci si abbandona al bianco che è tutto, si possono avere delle intuizioni zen mica male. Uno di queste è di quanto rumore fa il silenzio. E di quanto non sappiamo coesistere con lui.
Ho poi capito, da brava ignorantella cittadina, che se c’è il sole, x il gelo è anche peggio perché a volte le nubi creano una cappa e alzano i gradi. Mi sembra di vivere in uno di quei telefilm dove il protagonista si è trasferito in un ridente paesino dell’Alaska e gode delle vicissitudini che nascono tra gli abitanti della comunità locale (“Un medico fra gli orsi”, “Everwood”, “The Heart of Dixie”). Li adoravo! Oggi nella mia passeggiata quotidiana ho visto una mamma con un bimbo in braccio che gli mostrava il lavoro del taglialegna con il suo bellissimo trattore. Fantascienza ahimè per i bimbi cittadini. Ho autoprodotto con grande gioia (era uno dei miei desideri) una mangiatoia per gli uccellini che ho posizionato in balcone e un meraviglioso e stilosissimo albero di Natale con legnetti di recupero. In tutta questa situazione globale terribile mi sento di dire un sentito grazie all’Universo (e a me x l’ardita scelta) che mi permette di vivere in un posto dove sento di avere ancora libertà interna ed esterna di decidere della mia vita, anche accettando di passare il giorni di Natale qui da sola. Orgogliosamente un po’ fuori dal sistema. L’entità con la quale bisogna fare i conti qui è la Natura.
La mia ispirazione nel creare e nel crescere interiormente si amplifica e dove la mia testa si gira trovo bellezze inesplicabili a parole. Da fermare sui fogli con inchiostri delicati ma decisi. Sperimentare, osservare la natura e altri artisti, ed esprimersi godendo del proprio operato rende tutto magico. Dona un’energia virtuosa che davvero innalza le vibrazioni personali. Con gli acquerelli e gli inchiostri si ritorna a gesti semplici, e a volte basta una macchia e l’abbandonarsi ad essa per tirare fuori l’essenza delle cose. Libertà che viene da dentro è anche questo: evitare di controllare tutto e scegliere di fluire.
Io vi aspetto qui quando potrete, tra i miei boschi, per condividere generosamente questi doni.
