Abbracciare l’impermanenza

“In un gesto
Il respiro del mondo.
In un istante
l’intero Universo”
(Haiku di Rita Ho Kai Piana)
Mio sottofondo qui.
Conciliata da queste note e attratta da una parola che mi è stata riferita durante una bellissima lezione di acquerello, mi sono soffermata sulle connessioni e rimandi che diventano metafora succulenta. La parola Impermanenza (anitya in sanscrito), che ha molto a che vedere con le filosofie orientali di cui sono ghiotta e poco con l’occidente, è perfetta per essere associata all’acquerello. Quando si usano i pigmenti avvolti dall’acqua si può tranquillamente abbandonare l’idea del possesso della materia e la reale convinzione di dominare il gesto. Ma se ci si lascia andare, fluendo con loro, possiamo essere certi che l’effetto finale porterà un incredibile godimento. Chi ama e gioca con gli acquerelli sa bene che pur conoscendo approfonditamente questo medium artistico, le rese migliori si ottengono da conseguenze inaspettate. I colori sono mutevoli, anche dopo giorni, le tonalità si riducono, e i delicati sfioramenti convergono in miscele meravigliose che profumano di magia. La permanenza è pura illusione. Quando il pigmento dalla punta del pennello scivola sullo specchio d’acqua disteso come un laghetto di montagna sulla carta, nasce qualcosa di straordinario. Inizia una lenta danza, simile al germogliare di un albero, si intravedono piccoli rami in continua mutazione. Se incontrano un altro ramo, si salutano, poi si abbracciano figliando in nuove variegate tonalità.Davanti a questo piccolo spettacolo pittorico ci si confronta immediatamente con le nostre paure. Abbiamo bisogno di fissare gli eventi, prenderne il controllo, gestire ed organizzare. Ma l’inevitabilità dell’Impermanenza ci dovrebbe suggerire che vivere in leggerezza, presenza e meno aspettativa, ci aiuterebbe a “respirare” la propria esistenza con più meraviglia. L’acquerello in questo ne è quindi un grande maestro.
Un abbraccio impermanente giallo di Napoli,
Valentina,
Seminatrice di creatività